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Cosa rimane di quanto ci hanno trasmesso i nostri genitori? Mio padre mi ha insegnato a vincere la paura e contare su me stessa. Vi racconto come.
Mio padre Boris, è sempre stato il simbolo della protezione per me.
Ai miei occhi era perfetto, un esempio da seguire. Un cervellone, un grande sportivo, pieno di amore per sua moglie e le sue figlie.
Avevamo un rapporto meraviglioso e di grande complicità. Con lui il tempo volava. Facevamo lunghe passeggiate nei boschi, a piedi o con gli sci. Cercavamo funghi e pescavamo al lago. Mi portava con sé dappertutto: in garage a sistemare il motore della macchina, al campo a vedere una partita di hockey, sulla pista di ghiaccio a pattinare.
Ricordo, come fosse oggi, la mano ferma sulla mia sciarpa per non farmi cadere, mentre facevo i primi passi sui pattini. Quella mano che mi sorreggeva c’è sempre ed è come se quelle dieci dita sulle mie spalle io le sentissi ancora oggi.
Era il mio idolo, mio padre, forte, bello ed impavido. Ero perdutamente innamorata di lui e come tutte le figlie femmine, lo avrei voluto sposare!.ì
Ero più che convinta che se mi fosse successo qualcosa, se qualcuno mi avesse offeso, il mio papà mi avrebbe difeso, mi avrebbe tirato fuori in un attimo da qualsiasi pericolo ed avrebbe dato una bella lezione a chiunque.
Mi sentivo molto protetta e nel momento di pericolo avvertivo tutti: ”provate solo a toccarmi con un dito, che mio papà vi ammazza!”
Per molto tempo mi sono sentita invincibile accanto a lui; la paura, se c’era, durava un istante. Bastava un suo sguardo a farmi sentire sicura.
Finché un giorno, avevo 7 anni, un bambino mi fece male. Con le lacrime agli occhi, più per l’offesa che per il dolore, chiesi a mio padre di intervenire e lo pregai di fare giustizia. Lui, senza pensarci troppo, mi rispose: “ Nella vita, non ti sarò sempre accanto. Questo è un problema che devi risolvere da sola. Se sei sicura di avere ragione, affronta la situazione e fatti rispettare !”
Cavolo! Fu un duro colpo per me. Capii, che da quel momento in poi avrei potuto contare solo su me stessa!!
Ci ho messo un po’ ad accettarlo, ma le nostre piccole e grandi esperienze insieme sono state degli insegnamenti che ho continuato a seguire.
Mio padre mi ha insegnato ad essere indipendente, a saper gestire i miei sentimenti, i dubbi, il vivere quotidiano e a saper sopravvivere nelle situazioni difficili.
Per ogni situazione in cui mi poteva capitare di trovarmi, avevo la risposta in un’esperienza vissuta con lui.
Mi ricordo che una sera, tornando tardi da casa di amici, io e il mio papà camminavamo su una strada buia e deserta. Avevo 10 anni. Era inverno, il vento produceva un suono insopportabile, l’aria era gelida, la neve pungeva il viso e bloccava la vista. Ero un po’ infastidita dall’atmosfera cosi cupa e mi sembrava di essere osservata, sentivo il pericolo nell’aria, avevo un brutto presentimento.
Però ero con mio padre. Averlo a fianco mi dava sicurezza e mi tranquillizzava molto.
Nonostante questo, quando vidi davanti a noi un branco di ragazzini pronti ad aggredire, il mio cuore fece un salto in gola per la paura mentre le gambe tremavano.
Strinsi forte la mano di papà e gli dissi: “Ho paura!” Mi rispose: “Anch’io”.
Mi sentii mancare la terra sotto i piedi . “Ma come, lui, il mio eroe, cosi forte e coraggioso ha paura come tutte le persone normali?!”
Mi sentii confusa, abbandonata, tradita e mi venne da piangere. Ma poi sentii la sua voce: “Tutti noi abbiamo paura, l’importante è non farlo vedere. Devi essere sempre pronta a difenderti. Non fermarti! Stringi i pugni e guardali dritto negli occhi!”
Non avevo scelta. Lo imitai, continuando però a temere il peggio. Invece come per magia i ragazzini si spostarono e noi passammo tranquilli.
Questo episodio segnò profondamente la mia vita. Da quel momento ho capito che, nonostante la paura di non farcela, qualsiasi problema va affrontato e che il modo di porsi di fronte agli altri, la determinazione possono fare la differenza.
E per voi qual è l’insegnamento più grande che vi è venuto dai vostri genitori?
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