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Un week end per staccare la spina? Una cucina indimenticabile? Scoprire la natura tra Umbria e Marche? Io vi suggerisco uno dei miei posti del cuore, dove trovare tutte e tre le cose. Dove Mangiare a Montemonaco all’Agriturismo Il Tiglio.
Lo so che voi pensate “la Stefanenko sarà sempre a dieta”. E invece vi stupirò.
Non solo sono una buona forchetta, ma tra le cose che più amo c’è una bella serata a tavola, con gli amici. Si direbbe quasi che sono una vera italiana!
Siccome sono sicura che anche voi condividete questa passione, ho pensato di raccontarvi una delle mie ultime esperienze culinarie, ma non solo.
Chissà se sapete che tra le tante bellezze naturali dell’Italia c’è il Parco dei Monti Sibillini, sugli Appennini a cavallo tra Marche e Umbria.
Per me scoprirlo è stata una sorpresa e me ne sono innamorata.
Immaginate di allontanarvi dalla città, percorrere quelle strade tortuose tipiche della montagna e perdervi nel verde.
Non c’era un cane in giro (si fa per dire, perché qui ci sono caprioli, camosci, cervi, aquile, gufi, …) e mi sono chiesta dove diavolo mi stavano portando. Fino a che non siamo sbucati in un posto dove mi sono sentita come nella favola di Hansel e Gretel.
Solo che il piccolo villaggio in questione è di sassi invece che di marzapane, ma le delizie sono le stesse! Siamo arrivati a il Tiglio a Montemonaco.
Un posto dove nascondersi quando abbiamo voglia di staccare con tutto, perfetto sia per un week end romantico che per passarci qualche giorno in compagnia di amici (può ospitare fino a 30 persone).
Basta dimenticare a casa il telefono e godersi questo splendido isolamento, fare dei bei giri in mountain bike o delle escursioni sui monti (per esempio al celebre Rifugio della Sibilla), andare ad abbracciare il magnifico Tiglio di 400 anni che sorge davanti al ristorante e poi lasciarsi coccolare dalla cucina.
Il cibo non è solo eccellente. E’ di una raffinatezza straordinaria! Curioso, divertente, sorprendente, coreografico.

Piatto Benvenuti a Montemonaco: tra le pietre ci sono dei piccoli tartufini che sono fatti con burro di cacao, sporcati con povere di porcini e ripieni di formaggio cremoso.
Enrico Mazzaroni, lo chef, è una persona molto colta, curiosa e creativa e lui e la sua cucina hanno quell’autenticità che solo i grandi riescono ad avere.
Uno chef che è riuscito a mescolare la tradizione (anche i piatti della mamma come il tortello di manzo con il brodo ristretto) con l’avanguardia della cucina, i prodotti locali a Km 0 con una cucina artistica.
“Si, ma chissà quanto …” direte voi. La qualità prezzo invece è inimmaginabile.
“Si, ma chissà come …” pensate? Io invece qui ho trovato una semplicità, un garbo e un’attenzione al cliente che danno davvero un senso alle parole accoglienza ed ospitalità.
Dimenticavo, Enrico non lo dice perché “chi si loda si sbroda” (e nel caso di un cuoco non c’è espressione più azzeccata), ma ha già totalizzato 2 forchette del Gambero Rosso, 1 cappello per l’Espresso, ed è stato premiato da Identità Golose. Ed è solo l’inizio.
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