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Come si vive divisi tra due paesi? La mia vita da expat in Italia da oltre vent’anni…
Cos’è casa? Me lo sono chiesto tante volte e sono arrivata alla conclusione che io case ne ho due.
La casa è il posto dei ricordi e degli affetti.
Quello in cui i profumi e i sapori ti sono familiari e non potresti farne a meno?
Si, allora per me le mie case sono due.
Quella in cui ho trascorso la prima metà della mia vita. La Russia in cui sono cresciuta, tanto diversa dalla Russia di oggi e quella in cui sono tornata quando ormai avevo una nuova vita in un altro paese.
La Russia di oggi è quella che mi ha sempre tenuto aperte le porte, quella in cui i profumi e la lingua mi ricordano la mia infanzia.
La mia vita da expat in Italia
Poi c’è l’altra casa, l’Italia. Quella in cui ho vissuto la mia vita di adulta e gli affetti, le amicizie, le relazioni professionali sono quelle che ho costruito con il tempo e qualche volta anche un po’ di fatica.
Perché una lingua diversa non vuol dire solo trovarsi a dire strafalcioni o non capire le battute o le sottigliezze di chi hai davanti (e per fortuna ho sempre potuto contare sulla leggerezza e l’apertura degli italiani nel venire incontro al mio stentato italiano).
Vuol dire anche trovarti di fronte ad un mondo nuovo, un diverso modo di pensare, di relazionarsi, di porsi con chi conosci e anche con chi non conosci.
Non è stato facile, ma per me lo è stato molto più che per tanti altri.
Ho trovato quasi subito un lavoro impegnativo ma bellissimo e una famiglia, quella di mio marito, che mi ha accolta, con due genitori che mi hanno fatto sentire a casa.
Vita da expat? Ormai anche l’ Italia è casa!
Quando mi chiedono perché amo l’Italia, confesso che non potrebbe essere diversamente.
Non ho una ragione particolare e ne ho mille.
Ho un debito di riconoscenza verso questo paese per le opportunità che mi ha dato.
Ma ho soprattutto il piacere, ineguagliabile, di sentirmi a casa mia anche in un posto che non è quello in cui sono nata.
Tra gente, soprattutto nel paesino in cui vivo, fiera ed attaccatissima alla sue tradizioni e che tuttavia non mi ha mai trattata da straniera.
Anche ora, che la mia seconda terra trema e ci spaventa mi sento a casa.
Perché la solidarietà che qui è fortissima, l’ho riscoperta aprendo le porte di casa mia agli amici e parenti che avevano dovuto lasciare la loro di casa.
Io, con il mio passaporto russo e i miei strafalcioni di italiano (pochi però, dopo vent’anni!) mi sono trovata a dare asilo ad amici italianissimi.
Forse è vero che l’accoglienza è contagiosa e il calore che ho ricevuto qui in qualche modo ritorna verso la gente che me l’ha dato.
Insomma la propria casa è anche quella che ci fa cambiare, crescere ed essere migliori no?
Si, allora della mia vita da expat posso dirlo: anche questa, in Italia, è casa mia.
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