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Sindrome da nido vuoto? Come evitarla quando i figli lasciano casa e come ritrovarsi come coppia. La mia esperienza e come l’ho superata.
Quando nostra figlia ci ha annunciato che avrebbe voluto trascorrere un anno di studi all’estero, il fatto che l’idea fosse venuta a lei ci ha fatti sentire orgogliosi: “Che ragazza matura, curiosa e (speriamo) responsabile abbiamo cresciuto” ci siamo detti.
Poi, man mano che i mesi passavano e si avvicinava la fatidica data della partenza, cominciavo a sentire un nodo nello stomaco. Sapevo dentro di me che sarebbe stato durissimo staccarmi da Sasha, ma per me e per lei ho sempre cercato di parlare più di che straordinaria occasione sarebbe stata per lei e mettere da parte quanto sarebbe stata dura per noi la sua assenza.
Solo pochi mesi fa, in un post qui sul blog scrivevo che “Crescere i figli significa anche lasciarli andare” e continuo ad esserne convinta, ma tra la teoria e la pratica c’è una bella differenza.
Comunque oggi che Sasha è dall’altra parte del mondo ormai da due mesi e sto facendo un bilancio della nostra esperienza, posso dirvi che niente è andato come avevo immaginato, ma nemmeno come avevo temuto.
Sindrome da nido vuoto? Che cos’è
Avevo letto tanto di “sindrome da nido vuoto”, quel misto di malinconia e solitudine che assale molti genitori, soprattutto mamme, quando un figlio abbandona la casa di famiglia e ne ero davvero impaurita.
Come sarebbe stato ritrovarci in due dopo essere stati sempre in tre per 17 lunghi anni?
Perché chi vive in coppia e da genitore sa bene come questo ruolo finisca spesso con il prendere il sopravvento. Insomma, si è prima di tutto genitori e famiglia, con tutto il carico di responsabilità e problemi pratici che questo comporta e la coppia passa in secondo piano, con il rischio che, quando i figli si allontanano ci si ritrova uno di fronte all’altro con un gran vuoto in mezzo.
Avevo il timore che io e mio marito ci saremmo ritrovati come coinquilini e che io mi sarei sentita a metà.
Come ho evitato la Sindrome da nido vuoto
Non è andata così.
Per tutta una serie di ragioni che oggi riesco ad esaminare e raccontarvi con chiarezza.
Prima di tutto noi non abbiamo vissuto la partenza di nostra figlia come un abbandono, ma come un passo naturale. Una sorta di “prova generale” di quanto partirà davvero per costruire la sua famiglia o la sua vita.
Poi perché non abbiamo mai smesso di sentirci coppia, condividendo passioni, amici, viaggi, ma anche piccole cose che “condiscono” e rendono più leggero il nostro quotidiano, fatto, come per tutte le coppie, di questioni pratiche, dalla cena alle bollette.
Come ritrovare la coppia e noi stesse quando i figli lasciano casa
Ecco, se dovessi dare un consiglio, direi a tutti i genitori di prepararsi. Ricordare che presto o tardi si tornerà ad essere coppia, senza smettere di essere genitori, ma si tornerà ad avere un quotidiano a due.
Ed è bene che quel quotidiano sia ricco di condivisione.
Allora diventerà facile riempire il nuoto tempo libero con cose che si è sempre desiderato fare senza averne il tempo, una vita sociale e di relazioni ricca, tanti progetti piccoli e grandi da portare avanti insieme.
E da ultimo devo dirvi che ho spostato la bussola su di me. Ci sono per mia figlia e mio marito, ovviamente, ci sarò sempre. Ma in qualche modo ho capito che questo nuovo spazio mi avrebbe dato modo anche di tornare a concentrarmi di più su di me.
Ho ripreso a spostarmi più spesso, ora che non ho più il vincolo di farmi trovare a casa all’uscita da scuola. Con Luca ci diamo appuntamento fuori o dove i rispettivi impegni di lavoro ci portano e questo ci fa sentire di nuovo “fidanzati”.
Insomma, il nido si è un po’ svuotato, inutile negarlo, ma non è vuoto e non ci sentiamo vuoti noi.
E poi tra un mesetto faremo le valigie per andare da Sasha e trascorrere le vacanze di Natale con lei e la fantastica famiglia americana da cui vive e sarà bello ritrovarci.
E’ un nuovo capitolo della nostra vita…
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