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Mediare tra vita da mamma e impegni professionali, tra sensi di colpa e lavoro full time. La mia storia e come ho fatto per conciliare lavoro e famiglia.
Vi ho raccontato in diversi post della mia vita di famiglia e del mio rapporto con mia figlia, ormai adolescente, ma oggi ho accettato la proposta di raccontarmi in un’intervista un po’ diversa.
Farò un salto indietro di 15 anni per raccontarmi come donna e raccontare a voi come da giovane mamma ho conciliato la mia vita professionale con quella familiare.
L’intervista è una chiacchierata tra mamme con Sabina, blogger di Zigzagmom, il blog dedicato alle mamme smart su
Come ho fatto a conciliare lavoro e famiglia
Natasha moglie, mamma, professionista. In che ordine metteresti questi impegni?
Se dovessi risponderti di pancia ti direi mamma e moglie al primo posto, ma come ogni altra mamma che lavora non posso dimenticare gli impegni professionali. Quindi faccio quello che ogni donna fa: l’equilibrista!
Oggi tua figlia Sasha ha 15 anni, sicuramente è più autonoma e i tuoi impegni “mammeschi” saranno minori.
Si, anche se faccio ancora la tassista-accompagnatrice per lei. La porto a nuoto, la accompagno alle feste (anche se vorrebbe farlo sempre il suo geloso papà) e poi mi piace molto ritagliarci del tempo solo per noi.
Girly time? Cose da ragazze?
Si, un cinema, un po’ di shopping, … quelle piccole cose che però ci fanno sentire molto unite, complici. E a me divertono.
E invece come è stato quando ti sei ritrovata a gestire un bebè? Che scelta avevi fatto all’epoca? Si è tanto discusso per esempio di Bianca Balti, sulle passerelle col pancione e di nuovo al lavoro a pochi mesi dal parto.
Pensa che io sono tornata al lavoro pochi giorni dopo il parto!
Avevo un contratto firmato per la conduzione di Taratatà e ho saltato la prima puntata perché mi trovavo in sala parto. Alla seconda puntata ero lì, frastornata, confusa, stanca, con una bimba di pochi giorni che mi aspettava a casa. Però, sarà perché ho vissuto una gravidanza senza problemi, durante la quale ho continuato a lavorare e viaggiare, non mi è sembrato strano tornare subito al lavoro. Non ho mai davvero pensato se tornare al lavoro part time o full time (difficile farlo in una professione come la mia). Quello che ho fatto è stato ponderare bene, di volta in volta, se quell’impegno professionale era importante per la mia carriera, ma anche conciliabile con il fatto che volevo stare vicina alla mia famiglia, non allontanarmi per lunghi periodi, magari all’estero.
Come hai mediato tra i “diritti” di una donna con una professione impegnativa ed i sensi di colpa per il tempo “rubato” alla tua bambina?
Ho sempre pensato che Sasha, dal momento in cui è arrivata, sarebbe stata la mia priorità su tutto. Ma ho anche sempre pensato che per stare bene con lei e trasmetterle tutto il mio amore, dovevo stare bene anch’io. Lavorare, certo, a ritmi ridotti rispetto a prima della gravidanza, mi faceva sentire completa e sentivo che non stavo togliendo nulla alla mia bambina.
Sapevo che a me non sarebbe bastato stare a casa, che non avrei rinunciato al mio lavoro. Forse dover trovare un equilibrio tra casa e lavoro è più difficile, non lo so, ma io ho seguito quello che sentivo giusto per me e per noi.
Ho deciso con mio marito di trasferirci nelle Marche, dove vive la sua famiglia, perché per lui era importante che Sasha crescesse lì. Allontanarmi da Milano ha comportato delle rinunce professionali, ma anche in questo sapevo che stavo facendo la cosa giusta.
Credo che ogni donna debba scegliere, potendolo fare, secondo il suo carattere, la sua natura, pensando prima di tutto a garantire un equilibrio e una vita di qualità alla propria famiglia e a se stessa.
Se questo significa sentirsi appagata nel dedicarsi totalmente alla famiglia e ai figli, è giusto farlo. Se non si vuole o non si può rinunciare al proprio lavoro, è giusto seguire questa strada.
Entrambe le cose sono difficoltose, ma fa parte del mestiere di mamma.
Mestiere di modella e mestiere di mamma, come conciliare lavoro e famiglia.
Tu sembri una persona molto concreta e con i piedi per terra. Come ti sei organizzata per poterti dividere tra casa e lavoro?
Purtroppo non avevo vicino a me mia mamma e mia sorella, che vivono in Russia. Però ho potuto contare su una suocera meravigliosa che è stata ed è ancora molto presente. Mi ha aiutata tantissimo in tutti quei momenti che mandano in crisi una neo-mamma: dalle coliche alle pappe lei sapeva sempre suggerirmi la cosa giusta da fare. Una specie di “app per mamme imbranate” vivente!
E con la stanchezza e lo stress come la mettiamo? Le neomamme passano notti insonni. Come hai conciliato questo con il fatto di dover essere sempre in forma e bella?
Secondo me dovrebbero fare dei prodotti di bellezza pre e post parto! Scherzi a parte, curarsi è importante. Quante donne tendono a dimenticarsi di sé, prese come sono dalla cura dei bambini. Ma anche sentirsi belle e curate fa parte del nostro stare bene e comunica agli altri, bambini compresi, energia e positività.
Con il senno di poi vi do un consiglio: quando potete, lasciate perdere la lavatrice per una volta e fatevi una bella dormita. Poi, se vi sentite un po’ spente, scegliete qualche prodotto di bellezza che vi faccia sentire meglio: dei patch per sgonfiare gli occhi gonfi, una maschera che renda la pelle più luminosa … qualche attenzione la dovete anche a voi, che da mamme avete un compito così importante.
Hai ragione, ma come trovare il tempo per sé?
Chiedendo aiuto. Tutte tendiamo a non farlo. Penso che noi donne siamo programmate per questo. Ma quando accade una cosa importante come l’arrivo di un bebè, dovremmo prenderla come un’occasione per imparare a chiedere una mano. Al proprio compagno, alle amiche, … Per recuperare qualche ora di sonno, farsi un bel bagno, poter finire un lavoro a cui teniamo molto …
In un consiglio, Come conciliare lavoro e famiglia?
Non perdendo di vista se stesse, stabilendo le priorità, cercando di organizzare le giornate non solo per noi, ma anche contando sull’aiuto di chi abbiamo vicino. Il ruolo di madre è importante e bellissimo, ma ricordiamoci di noi anche come donne.
La foto di copertina è di Giovanni Gastel.
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